Transizione energetica: “Serve una strategia condivisa”
La richiesta al Governo da Anfia, Unrae e Federauto
Sostenere gli investimenti in mobilità elettrica e nuove tecnologie ad idrogeno, digitalizzazione dei processi, ricerca e Sviluppo e riconversione produttiva delle aziende del comparto; rifinanziare gli incentivi per il settore, riforma fiscale delle auto aziendali; favorire l’aggregazione delle Pmi e le operazioni di private equity. Sono le principali richieste avanzate dai rappresentanti della filiera dell’auto a Governo e Istituzioni.
I presidenti di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto, Veicoli Commerciali e Industriali) e Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) nel corso di una conferenza stampa chiedono un confronto urgente all’Esecutivo per valutare i passi da fare a medio, breve e lungo termine per completare la transizione energetica in Italia. Illustrati, durante la riunione, i punti strategici per sostenere un passaggio che viene definito ‘delicato’ e ‘necessario’.
Innanzitutto, secondo le associazioni, bisogna delineare delle azioni strategiche per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie con particolare attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture (pubbliche e domestiche), anche per l’idrogeno.
Tra le priorità da sottoporre alle istituzioni, il rifinanziamento degli incentivi in esaurimento, rendere strutturale l’ecobonus fino al 2026, prevedere ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone.
L’auspicio delle tre associazioni, in particolare, riguarda la complessiva riforma fiscale per il settore, in particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei, insieme ad una rimodulazione del bollo auto in chiave ecologica.
“La mobility revolution – dichiara Paolo Scudieri, presidente di Anfia- implica, per la nostra filiera, una transizione produttiva che richiede notevoli investimenti in nuove tecnologie: non solo elettrico, ma anche idrogeno, connettività, autonomous driving e digitalizzazione dei processi”. Una sfida importante, da vincere se le aziende verranno messe in condizione di poter competere: “Necessari in tal senso -sottolinea Scudieri- gli interventi da attivare tramite il Recovery Plan per aumentare l’attrattività del sistema Italia. Un obiettivo che prevede passi strategici, secondo Scudieri: rafforzare e semplificare gli strumenti di politica industriale; sostenere non solo gli investimenti in R&I, ma anche gli investimenti di riconversione produttiva; sì a programmi per la riqualificazione delle competenze, con misure di incentivazione fiscale e una rinnovata offerta di servizi formativi; si estenda il Piano Transizione 4.0, si favoriscano l’aggregazione delle PMI e le operazioni di private equity. Le misure dedicate – conclude Scudieri- allo sviluppo infrastrutturale del Paese devono riguardare rete di ricarica, nel giusto mix tra pubblica, privata e aziendale, infrastrutture per l’idrogeno, tecnologie vehicle-to-grid e smart road. Queste proposte devono concorrere alla creazione di un piano che comprenda l’istituzione di una task force pubblico-privata, in cui ministeri e associazioni competenti possano mettere a frutto una proficua sinergia”.
Secondo il Presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino “Il 2020 ha avuto impatti significativi sulle reti dei dealer che hanno dovuto fronteggiare un pesante calo del fatturato (mediamente -25%) e un azzeramento della redditività aziendale. La quota delle auto aziendali sul mercato italiano -specifica- è la più bassa (36%) se confrontata con quella di Germania (62,9%), Regno Unito (54,2%), Francia (53,1%) e Spagna (49,8%). Serve -aggiunge- un intervento sulla percentuale di detraibilità dell’IVA per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti e sulla soglia di massima deducibilità dei costi, anche in ottica green. Inoltre, nell’ambito di una strategia complessiva di rilancio del settore automotive risulta imprescindibile una semplificazione e rimodulazione della tassa automobilistica”.
Gli fa eco Michele Crisci, presidente di Unrae: “Da anni le Case produttrici destinano importanti investimenti per progettare e costruire la nuova mobilità sostenibile. Ora il Governo faccia la propria parte – dichiara- occorre una pianificazione politica per guidare, nel breve e nel lungo periodo, la transizione verso la mobilità ‘green’. Per questi motivi – conclude- ribadiamo la richiesta alle Istituzioni di rifinanziare gli incentivi per le autovetture nella fascia 61-135 g/km CO2 e per i veicoli commerciali, nonché di rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km CO2”.