Auto a guida autonoma: la metà degli italiani ci crede. La nuova mobilità in una ricerca EY
Gli italiani conoscono i servizi di car e bike sharing ma non modificano le loro abitudini. Sono interessati a pacchetti di servizi ma non rinunciano all’auto di proprietà. L’indagine fa emergere però opportunità di business da sviluppare in una logica di ecosistema fra aziende private e istituzioni pubbliche.
Gli italiani conoscono car sharing e bike sharing ma li usano ancora poco. Sentono l’esigenza di un sistema di trasporti integrato ma prediligono ancora l’auto di proprietà. Pensano che le vetture a guida autonoma saranno più sicure ma le immaginano in un futuro ancora lontano. È un panorama dinamico ma ancora fortemente ancorato alla tradizione quello che emerge dalla nuova ricerca sulla nuova mobilità realizzata da EY e presentata a Milano in occasione del convegno La Mobilità del Possibile – proposte per l’Italia. Filo conduttore: Mobility as a Service. Come svilupparla e dove trovare le risorse per finanziarla sono stati i temi al centro del confronto. “L’adozione del digitale, l’innovazione tecnologica e la crescente convergenza tra i settori rappresentano un passaggio obbligato di cambiamento per il settore della mobilità”, dice Donato Iacovone (nella foto), Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea. “Una sfida che, come in altri comparti, può essere vinta solo attraverso una continua attenzione allo sviluppo e alla trasformazione delle competenze”.
Che cosa emerge dalla nuova EY svolta su un campione di 1.500 consumatori? Gli italiani conoscono i servizi di sharing mobility, soprattutto nelle grandi città: a Roma, ad esempio, il 76,8% del consumatori conosce il car sharing contro il 72,7% dei milanesi, mentre il 62,4% dei romani conosce il bike sharing contro il 57,9% dei milanesi. Inoltre, tra coloro che hanno utilizzato questi servizi il 95% si dichiara soddisfatto (il 46,4% molto soddisfatto). Ma la mobilità condivisa non sembra avere un impatto sulle abitudini: il 90,9% non le ha modificate, il 4,1% ha rinunciato all’unica auto di famiglia, l’1,4% a cambiare l’auto di famiglia e l’1,4% alla seconda auto.
Secondo lo studio, per quanto riguarda l’auto a guida autonoma, il 42,4% degli italiani è interessato ad utilizzarla, il 29,4% ritiene che renderà gli spostamenti più sicuri e il 58,9% pensa che la utilizzeremo in un futuro ancora lontano. “Questi dati confermano che i nuovi servizi di mobilità hanno ampi margini di sviluppo nel nostro Paese. Abituati alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie in tutti i campi, i consumatori italiani desiderano una mobilità integrata, innovativa, che risponda alla loro esigenza di semplicità, comodità e velocità nello spostamento”, spiega Paolo Lobetti Bodoni, Med Automotive & Transportation Leader di EY. “E soprattutto guardano alla qualità del tempo di viaggio e alla possibilità di fare altre cose mentre si spostano, come comunicare o acquistare. Sviluppare una mobilità moderna nel nostro Paese si può, partendo da priorità quali la collaborazione tra pubblico e privato, la definizione di nuove e più adatte forme di fiscalità, la creazione di un ecosistema della mobilità”.